Ciao Brando,iniziamo
questa intervista parlando di come si sono formati i Bidiel;quando e perché hai
sentito l’esigenza di fondare una band?La passione per la musica quando è nata?
Respirando musica in famiglia, già dalla tenera età, la
passione è nata come una conseguenza inevitabile. Iniziare a suonare in una
band è stata la scintilla che ha dato il via a questa passione. Inizialmente
componevamo canzoni in inglese, chiamandoci Overtake. Poi le esigenze son
cambiate ed abbiam deciso di virare verso l’italiano, mantenendo comunque dei
suoni di ispirazione internazionale.
Bidiel è l'acronimo
delle iniziali dei nomi dei componenti del gruppo:Brando Madonia,Davide
Toscano,Luca Caruso.
So che c'è anche un
quarto componente"invisibile",ma altrettanto importante:tuo fratello
Mattia Madonia,autore.
Come mai ha deciso di
rimanere "dietro le quinte"del progetto Bidiel?
Mio fratello faceva parte degli Overtake, suonando con noi.
Poi ha preferito restare nell’ombra, lontano dai riflettori ma continuando a
scrivere canzoni. Dunque è un componente invisibile proprio perché fa parte di
questa “magia” musicale, pur vivendola a modo suo. Credo che i motivi di questo
“stare nell’ombra” siano riconducibili al suo modo di essere, al non voler
apparire, mantenendo comunque vivo il legame musicale con noi.
Dalla vostra
biografia leggo:"I Bidiel sono le quattro pareti di una stanza: ognuno ha
la sua identità e autonomia,ma sono
indivisibili e si sostengono a vicenda”.Quanto conta l’amicizia,la fiducia e
l’alchimia tra i componenti di una band?
Visto che molti
gruppi vengono formati "a tavolino",trovo che sia bello invece scegliere
le persone con cui c’è più feeling;il sound e l’effetto onstage sono più genuini
e veri,non trovi?
Per noi è
fondamentale il legame che si è creato oltre la musica. Come se fossimo legati
da una colla che si solidifica sempre di più. Fare musica vuol dire spogliarsi
da ogni sorta di maschera, dunque è necessario avere un rapporto genuino tra
noi membri del gruppo. E’ una seconda famiglia, ci capiamo anche solo con uno
sguardo. O appunto una nota.
La vostra musica è
sempre stata scritta e composta in inglese;da qualche anno pero' avete virato
sull'italiano.
Come mai questa scelta?Di
solito accade il contrario:le giovani band sperimentano la lingua inglese per
avere più appeal e chance anche in vista di un eventuale “sbarco”all’estero…
L’inglese
in un testo musicale suona sicuramente più fluido, riempie meglio la metrica
della canzone, e vi è anche meno vergogna nel cantare qualcosa in un’altra
lingua, come se le sensazioni fossero attutite. Ma abbiamo deciso di scrivere
canzoni in italiano per togliere un’ulteriore maschera, e mostrarci per quel
che siamo, cantando nella nostra lingua. Lo avvertiamo come qualcosa di più
diretto, immediato, e siamo contenti per questa nostra svolta.
E' interessante
notare la dicotomia presente nelle canzoni dei Bidiel:da una parte ci sono
melodie orecchiabili,leggere,very brit-pop;dall’altra parte i testi sono
duri,autocritici e taglienti.Da dove prendono spunto le tematiche che
affrontate nelle vostre canzoni?
I testi, scritti da mio
fratello, riflettono le difficoltà che i giovani affrontano nella vita reale,
ma anche nella propria mente, affrontando mostri e ostacoli. Sono molto
personali, ma nello stesso tempo la gente può dare la propria interpretazione e
identificarsi nelle diverse sensazioni descritte. E ci piace particolarmente il
contrasto tra suoni e parole, spesso ad un ritmo spensierato si collegano
parole dure e crude. Il contrasto è un concetto fondamentale per creare
qualcosa di vero, senza la distorsione di filtri esterni.
Quali sono le
influenze musicali dei Bidiel?Gli artisti del cuore,quelli che hanno
contribuito alla vostra formazione artistica?
E con chi vi
piacerebbe collaborare?
Io, Davide e Luca venivamo da ascolti
diversi nel corso della nostra giovinezza, e spesso nelle nostre canzoni si può
notare questa amalgama che ci crea, un miscuglio tra influenze diverse.
Partendo proprio dai nostri percorsi: Davide viene dal conservatorio, dal mondo
del jazz, anche se non disdegna degli sprazzi di punk e ska. Luca è un tornado
che passa dal rock più spinto all’elettronica sperimentale. Io sono un onnivoro
in fatto di musica, ma i primi amori non si scordano mai, in primis i Beatles,
la band sicuramente più importante della mia vita.
Son tanti
anche gli artisti italiani che apprezziamo, e sicuramente per noi sarebbe un
onore fare collaborazioni con gruppi come Verdena, Baustelle o artisti come
Colapesce.
La musica vista con
gli occhi di un giovane.Come vedete i giovani e il music business in questo
periodo?C'è spazio per emergere o l'unica via sono i talent-show?meglio un
talent o la cara e vecchia gavetta on stage nei locali?
La gavetta è
fondamentale per “farsi le ossa”, creare quel legame saldo all’interno del
gruppo, crescere come persone e conoscere anche i sacrifici necessari per
andare avanti. Non importa se si suona davanti a 4 o a 4000 persone, conta dare
il massimo e farlo con il sorriso, senza imposizioni.
I talent
purtroppo eliminano proprio questo aspetto: i giovani vengono buttati nella
mischia, in mezzo ad un branco di leoni. Viene meno l’aspetto artistico, perché
le case discografiche creano immagini a tavolino, prodotti preconfezionati, per
poi gettare via dopo poco tempo quegli stessi ragazzi che precedentemente erano
sotto i riflettori. E’ questo il motivo per cui non parteciperemmo ad un
talent. Ma ognuno è libero di fare quel che vuole con la propria arte.
I Bidiel e
Catania.Arrivate da un'isola meravigliosa,calda e passionale.Quanto c'è della
vostra terra nella vostra Musica?E com'è la situazione musicale in Sicilia;c’è
tanto fermento creativo che bolle ai piedi dell’Etna?
Catania
è una città attiva sotto il punto di vista artistico. Purtroppo non è sempre
coadiuvata da una politica adeguata, che anzi tende a mettere il bastone tra le
ruote agli artisti e a chi vuol proporre qualcosa di diverso in questa città.
Ma la gente ha sete di musica, di arte, le strade la notte son piene di
ragazzi. E’ una città viva, e il potenziale dovrebbe essere sfruttato in modo
migliore, senza mettere paletti o bloccare l’intraprendenza dei giovani. Noi
amiamo la nostra terra, e sicuramente siamo influenzati dal meraviglioso gioco
di contrasti rappresentato dal mare e dal vulcano, da due mondi diversi che si
uniscono in un elemento unico.
Bidiel e i
concerti.Quanto è importante la dimensione live per voi?Che tipo di performance
regalate ai vostri fans?
Il repertorio è tutto
vostro o proponete qualche cover?
Suonare dal
vivo è il termometro che ci permette di misurare il rapporto con le altre
persone. Amiamo suonare live proprio per il legame che si crea con la gente che
ci segue. Vogliamo intrattenere il nostro pubblico nel modo più spontaneo
possibile, dunque i nostri concerti non sono delle recite meccaniche, semmai
una grande festa di sorrisi, improvvisazione e condivisione. Solitamente
eseguiamo solo pezzi nostri, vecchi e nuovi.
L'ultima domanda
riguarda i progetti dei Bidiel.Ci sono forse News discografiche e tour in
arrivo?
Grazie Brando e in
bocca al lupo per la vostra carriera!
Stiamo
lavorando sulle nuove canzoni, scrivendo e registrando i provini. Ancora non
sappiamo cosa uscirà fuori, che tipo di lavoro, ma sicuramente qualcosa che fa
parte del nostro percorso di crescita. Per il momento dunque non abbiamo un
tour in arrivo, ma se dovessimo aggiungere qualche data lo faremmo sapere
tramite la nostra pagina Facebook.
Crepi il lupo,
e grazie per questa intervista, è stato davvero un piacere!
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