giovedì 9 ottobre 2014

A tu per tu con lo scrittore AleX Bevilacqua:il mondo e la sua insensatezza in un libro.Con MINORITAURO convince ed incanta il lettore!


E' un artista puro,eclettico,versatile,camaleontico.
Non è possibile inquadrarlo in nessuna etichetta,perchè quando si è creativi a 360 gradi,ogni definizione è superflua.
Lui si chiama AleX Bevilacqua ed è autore,paroliere,musicista e scrittore(e sicuramente molto altro)
Ha da poco pubblicato MINORITAURO per la Loquendo Editrice,una storia avvincente che ti conquista fin dalla prima pagina.
MINORITAURO verrà presentato al pubblico milanese sabato 11 ottobre alle 18,30 presso la Libreria dello Spettacolo (via Terraggio 10);in attesa di questo importante evento  ho avuto il piacere di intervistarlo per conoscere meglio cosa si nasconde dietro questo carismatico artista.



Buona lettura!




--Ciao AleX, vorrei cominciare questa intervista partendo dalla tua recente fatica letteraria, il romanzo-saggio MINORITAURO, pubblicato da Loquendo Editrice. Minoritauro, crasi di “Minotauro” e “minoritario”. Qual è la genesi del libro? Come mai hai voluto ambientare il racconto proprio nel mondo musicale (peraltro milieu che conosci bene, essendo un apprezzato autore e cantante)?
Proprio perché è lo specifico che mi è più familiare, lo ho scelto per descrivere come spesso siamo costretti a mettere in atto strategie extra-artistiche per ottenere il fatidico “occhio di bue” su di noi, altrimenti considerati alla stregua di puro pulviscolo vagante.

--Minoritauro narra l'ascesa di un artista che per avere successo si inventa un alter-ego, una maschera con le sembianze di un toro; in questo modo, attraverso una mirata strategia di marketing, vuole attirare l'attenzione ed uscire dall'anonimato. Cosa rappresenta la maschera? Una sorta di protezione di sé e della propria identità? Anche la scelta del toro, simbolo di virilità per eccellenza (nonché feroce personaggio mitologico), è significativa...
Ognuno può vederci in realtà quello che vuole, anche se l’interpretazione che hai dato tu mi sembra appropriata, assieme a quella “ufficiale” veicolata dal libro, che sostiene che Mauro, il protagonista, decide di mascherarsi per alimentare il mistero mediatico circa la sua reale identità. Direi dunque principalmente “protezione” e “mistero”…

--Il protagonista del libro vuole esprimere la propria arte, comunicare le proprie emozioni: questa è la sua idea di “fama”. Non è la smania di apparire, di ottenere il tanto desiderato “quarto d’ora di celebrità” di warholiana memoria. In questa nostra società basata essenzialmente solo sull’effimera immagine “il giovane quarantenne” è un outsider, non pensi?
Certo, è un alieno, un “marziano”, come ama definirsi. Lo stare sulla ribalta per lui è una condizione intrinseca del fare artistico, una conseguenza, non una scelta forzata priva di contenuti. E se sei lì su un palco la gente deve sapere della tua esistenza, perché nella società dello spettacolo se nessuno ti conosce è come se non esistessi.

--Flaubert ha detto ”Madame Bovary c’est moi”, per la sua forte identificazione col personaggio di Emma. Ora ti chiedo: quanto c’è di te e del tuo vissuto in Minoritauro?
Beh, sarei bugiardo se ne negassi una base autobiografica. Però, partendo dal mio vissuto di musicista “per pochi”, ho cercato di creare un personaggio con una psicologia autonoma ben definita. Inoltre tutta la parte riguardante l’escamotage della maschera e la sua vicenda privata mi è del tutto estranea.

--L’importanza di sapersi vendere bene. In Minoritauro il protagonista attua una astuta strategia per emergere e arrivare al successo. A quanto pare il solo talento non basta per ottenere un posto al sole. A tuo avviso qual è il segreto per costruire una carriera di successo? Sembra che ormai il diktat imperante sia “fare cassa”, a discapito della creatività…
Ci sono stati tempi in cui il talento era sufficiente. Gli artisti erano in numero inferiore e l’epoca era più improntata alla profondità e allo spessore (che poi in geometria sono la stessa cosa!). Adesso siamo servi della cultura dominante d’oltreoceano e dei suoi modelli deteriori, visto che pure là ci sono dei musicisti e delle musiciste meravigliosi.

--La Musica che unisce due anime. Nel libro nasce una liaison tra il protagonista e la giovane cantante ventenne con cui forma un duo musicale. Come definiresti questa relazione? La presenza femminile rappresenta un valore aggiunto, una fonte di ispirazione per lui?
Fondamentale nella narrazione è la trasformazione del duo in coppia, il vero snodo cruciale della storia, che procede per giustapposizioni. Lo stesso progetto del Minoritauro continua a evolversi e cambiare pelle continuamente: dapprima cantautore solista, poi in duo con Verdiana (La Bella e la Bestia), quindi coppia anche nella vita. Certamente l’incontro con l’altra metà del cielo può rivelarsi determinante, così nell’arte, come nella vita, e in questo caso tutto ciò sembrerebbe coincidere.

--Il 2014 è stato un anno molto proficuo per te: oltre al libro hai pubblicato Le Monadi, un EP contenente 6 brani in chiave elettro-acustica. Di rilievo la collaborazione con Giulio Casale (nel brano “Blancnoir”) e la cantante Aria (ne “Il Grido”). Come è nato questo minialbum? C’è una canzone che senti più tua, che ti emoziona particolarmente?
Sì, come dici bene tu sono da poco usciti questi due progetti, musicale e letterario, a distanza di un mese. In qualche modo sono anche legati tra loro, in quanto il brano “Il Grido”, che mi piace eseguire nelle presentazioni, è interno alla narrazione di Minoritauro. Come al solito musica e parole fanno parte del mio modo di esprimermi e a volte i tempi di uscita dei materiali possono sovrapporsi. L’EP contiene altre collaborazioni, come quella con Scyana, una cantante italiana di origini capoverdiane con la quale duetto in “Asocial (non è il secolo dell’arte)”, nel quale si ironizza sulla mania di postarsi di tutto sui social network anche da parte degli artisti che non sanno resistere alla tentazione di sovraesporsi. Ma la canzone che più sento mia è la stralunata e surreale title track “Le Monadi”, con tanto di coda orchestrale di archi.

--Scrivere libri e testi di musica. Due modi diversi di esprimersi. Lo so che gli artisti non amano le etichette (e mi odierai per questa domanda essendo tu assolutamente poliedrico e camaleontico) ma quale disciplina ti rappresenta di più? Ti senti più scrittore, autore, cantante, poeta?
Mah, il fatto che gli artisti non amino le etichette non è sempre vero, soprattutto se trovano una buona etichetta che produca i loro dischi! Battute a parte, sembrerebbe paradossale per uno come me che si muove a 360 gradi come autore di parole in vari ambiti, ma ciò che mi fa godere di più è la composizione di melodie, armonie e  suonare la chitarra, attività che sono prettamente musicali. Anche se poi, bisogna ammetterlo, la sinergia con un testo di livello può dare origine a effetti espressivi devastanti. Per questo la canzone è il mio mezzo di comunicazione preferito.



--L’arte come rimedio anti-crisi. Secondo te può la creatività contribuire ad affrontare e sconfiggere l’attuale congiuntura economica negativa e creare business?
L’arte è un rimedio anti-crisi a prescindere, nel senso che può risolverti la vita, anche se non riesci a viverci economicamente. E’ una compagna fedele, un modo sano per tenere la mente e la creatività in costante esercizio, e ti distrae dalle mille bruttezze del mondo. Poi, sulla teoria che in momenti di recessione bisognerebbe puntare molto sulla cultura, posso dirti che è vero, ma per me bisognerebbe puntare SEMPRE sulla bellezza e sulla conoscenza, formando il gusto dei suoi potenziali fruitori sin da piccoli, con corsi di educazione estetica affiancati al canonico studio nozionistico delle arti così come viene svolto ora, in cui  queste sono collocate in una prospettiva meramente storica.

--Ultima domanda: quali sono i tuoi progetti futuri? Tra qualche mese saremo già nel 2015, hai qualche sorpresa in serbo per l’anno che verrà?
Vorrei portare nei locali milanesi una rassegna itinerante di splendidi “minoritari” con i quali esibirmi secondo la formula del concerto-reading condiviso. Poi avrei in progetto un nuovo album di inediti e tante collaborazioni musicali come autore per altri artisti. Vedremo. E ascolteremo…

--Grazie mille per la tua disponibilità AleX!
Grazie a te per questa bella intervista e per le domande che mi hai fatto. Alla prossima!




www.alexbevilacqua.it

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