E' uscito da poco più di un mese “OPINIONI DA CLOWN” l'ultima fatica del cantautore milanese GIANGILBERTO MONTI, un viaggio in musica tra cantautorato e comicità.
Il filo rosso che unisce i 13 brani del cd è l'ironia,quella ironia sottile ma dirompente del teatro-cabaret meneghino,da Dario Fo a Jannacci,che ha fatto grande Milano e i suoi artisti,tutti dotati di un talento disincantato unico e straordinario.
Ironia e posia permeano le tracce di Opinioni da clown,alcune inedite,altre composte in passato ma mai pubblicate
Le collaborazioni artistiche nell'album di Giangilberto Monti sono tante e importanti: Mauro Pagani, Sergio Conforti (il mitico Rocco Tanica degli Elii) e il bluesman Ubi Molinari.
Nutrita anche la presenza dei comici,tra cui Nino Formicola(divertente il duetto scelto come primo singolo del cd), Raul Cremona e Giovanni Storti (del trio Aldo, Giovanni & Giacomo).
Giangilberto Monti è un milanese doc e ha fatto la storia di Milano.E' un onore dunque per me intervistare un artista di questo calibro,un autore profondo,uno chansonnier delicato,un brio ironico leggiadro e puro.
Buona lettura!
Ciao Giangilberto, vorrei cominciare questa
intervista parlando di Opinioni da Clown,la tua ultima fatica discografica.Una
riflessione sul comico e sul politico,sulla confusione dei ruoli e sul caos che
impera nella nostra società.Cosa rappresenta questo disco e soprattutto perché
hai scelto proprio la figura del Clown?
Il Clown è figura centrale nella storia della comicità e dei suoi vari
aspetti nel mondo dello spettacolo. E il mondo circense rappresenta la
contaminazione per eccellenza tra musica, intrattenimento e gestualità, rivolta
trasversalmente alle diverse generazioni. La risata del Clown è quella del
bambino, è la purezza comica assoluta o in una parola la sua essenza
liberatoria. Il disco vuole percorrere i vari aspetti di questa risata, che a
volte comporta la malinconia, lo stupore o la gioia irrefrenabile, esttamente
come il bambino che in un istante passa dal riso al pianto e poi ancora al
riso...
Il primo singolo estratto da Opinioni da clown
è “Sei capace?”,cantato in coppia con il grande attore,comico e cabarettista
Nino Formicola.Come è nata questa collaborazione?Il feeling che si percepisce
tra di voi è molto forte: ci sarà un
seguito?
La collaborazione è nata dalla mia richiesta di cantare in duetto alcune
parti di questa canzone, che ha suscitato in Nino Formicola un interesse più
ampio, coinvolgendo le altre canzoni e il testo che le lega nello spettacolo
che sto costruendo, e che forse un giorno potremmo interpretare insieme.
La tracklist di Opinioni da clown si compone
di 13 tracce,tutte mai incise. C’è un pezzo al quale sei particolarmente
legato,che ti suscita emozioni speciali nell’ascoltarlo (e ovviamente, ça va
sans dire, nell’eseguirlo)?
La canzone che personalmente mi diverte di più è SONO IL COMICO, che non è detto sia la migliore di questo lavoro ma
che delinea l’opportunismo che spesso muove molti miei colleghi, che pur di
apparire trascurano qualunque etica.
Hai attraversato 40 anni di scena musicale e
culturale milanese e hai lavorato con tanti colleghi importanti (Dario
Fo,Franca Rame, Aldo Baglio, Flavio Oreglio, i Fichi d’India-solo per citarne
alcuni-).Come è cambiata la scena artistica meneghina? C’è ancora quel fermento
creativo,quella voglia di emergere tipica della fine degli anni 70? La tua
Milano è ancora una fucina per artisti?
La scena di questa città cambia in continuazione ma le cose migliori non
si trovano più sui palchi di un tempo. Lo Zelig è ormai un contenitore
mediatico e molti locali si stanno trasformando verso la consumazione di una
serata senza arte nè parte. I teatri raccolgono quasi solo artisti già noti e
spesso respingono le nuove proposte, eppure i talenti esistono e la voglia di comunicare
è più forte che mai. Però bisogna cercarla con attenzione, nei piccoli palchi
di periferia, nei circoli culturali da pochi euro al biglietto, nelle serate “a
cappello”, sempre più frequenti data la crisi che soffoca anche gli
organizzatori più coraggiosi. Milano è una città che si reinventa sempre ma
bisogna sudarsi ogni minuto e ogni metro di palco. Non è un paese per giovani e
nemmeno per vecchi, senza contare che l’Expo è una bella favola per turisti
gonzi, che farà solo la fortuna dei venditori di ciambelle. Ovviamente questo è
un paradosso ma, come direbbe quel furbacchione di Oscar Farinetti, “mangia che
ti passa”... basta avere i soldi per pagare il conto...
“Di solito l’attore comico è più profondo,più
vicino al disordine della vita e più doloroso dell’attore tragico,cui in genere
si attribuisce maggiore dignità e serietà”(Arthur Miller). Cosa pensi di questa
affermazione,sei d’accordo? La malinconia fa veramente parte del DNA del
comico?
E’ la sua anima necessaria, nessun comico potrebbe far ridere se non
conoscesse la solitudine o la sofferenza. E in ogni caso il vero comico non si
prende mai completamente sul serio, perchè sa che la fortuna è come la luna,
sale e scende... Certo, detto così potrebbe sembrare banale, ma il pubblico
capisce subito se dietro una risata c’è l’onestà di una storia o di un
personaggio. E se vendi fumo, vendi risate basse..
Giangilberto Monti e gli chansonniers
francesi:un forte legame,un intenso fil rouge che lega la tua musica al mondo
di Gainsbourg,Montand,Brassens e Brel.Come ti sei avvicinato a questi grandi
interpreti d’Oltralpe, paladini di una “Parigi irriverente e ribelle?
Sono le radici del nostro cantautorato e hanno ispirato i nostri “padri
fondatori”, da Tenco a Bindi e De André, ma ci insegnano anche che la tenuta
scenica di un interprete si costruisce con pazienza e fatica... che poi la loro
poesia sia ribelle e irriverente è la naturale conseguenza delle loro storie di
strada e del mondo dal quale provengono. I francesi la rivoluzione l’hanno
fatta davvero, noi italiani l’abbiamo solo inseguita e ci siamo fermati in
pausa pranzo... meno male che almeno abbiamo imparato a cucinare...
Sei laureato al Politecnico di Milano come
Ingegnere chimico. Ma la vita ha preso strade diverse e ti ha portato a calcare
il palcoscenico in veste di artista.Guardando indietro nel tempo e ripensando
ai tempi in cui studiavi all’università avresti mai immaginato una carriera
nello show business? E del Giangilberto ingegnere,cosa è rimasto?
Mai avrei pensato di ritrovarmi alla mia età ancora impegnato a scrivere
e cantare. Però la scienza tutta mi incuriosisce sempre e nell’organizzare i
miei progetti artistici mi è rimasta una mentalità da professorino, anche se
l’impressione dura poco. Comunque non rinnego nulla della fatica fatta in
quegli anni, quando alternavo alle schitarrate da musicista, gli studi da
laureando in affanno. Chissà se in una prossima vita costruirò davvero impianti
chimici nel deserto o dissalerò le acque dell’oceano, per ora ci vado da
turista e quando posso, da viaggiatore...
Ultima domanda. Che consigli daresti a un
giovane che incomincia a muovere i primi passi nella musica?
E’ la domanda più difficile... potrei solo dire che la vita non è un
talent show, che l’arte non è un passaggio in televisione e che la musica è il
modo più immediato che la nostra razza ha scoperto per comunicare emozioni e
storie di vita, amori compresi. Se si è onesti con se stessi di solito funziona,
ma se per caso o per fortuna uno scoprisse di avere un vero talento, nulla e nessuno
dovrebbe fare in modo di sprecarlo. Il tempo non è infinito, anche se lo si
scopre sempre in ritardo...in ogni caso, buona fortuna, buone notizie e buon
proseguimento...
Grazie per la tua disponibilità e complimenti per il nuovo album Opinioni da clown!
Intervista a cura di Veronica de Lorenzo
www.giangilbertomonti.it
OPINIONI DA CLOWN
(Egea Music/ed.Warner Chappell)
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