1-CIAO!Raccontaci
un po' di te,quando è nata la passione per la scrittura?
Ciao, la
mia passione per la scrittura è' nata principalmente dalla lettura. Quando ero
piccola mia madre mi leggeva libri su libri e sono sempre stata affascinata
dalle storie, dalle leggende, dal lato oscuro del mondo. Ho un ricordo vivido
di mia madre che, sotto l'ombrellone di una Versilia dei primi anni '90, mi
legge "Cujo" di Stephen King. Da lì ho incominciato a desiderare di
creare io stessa dei mondi, avevo sette anni e ho scritto il mio primo raccontino:
parlava di un fantasma di nome Marlen. Non ho mai più smesso.
2- E’
uscito da poco“Streghe Postmoderne”, antologia tutta al femminile che contiene
alcuni racconti delle più promettenti giovani artiste italiane.Vuoi parlarci di
questo progetto?
Innanzitutto
devo ringraziare la scrittrice Ilaria Palomba per avermi inclusa in questo
bellissimo progetto. Streghe Postmoderne(AlterEgo Edizioni) è un'antologia illustrata. Cinque
scrittrici - tra cui me - e cinque disegnatrici sono state chiamate a dare la
propria interpretazione del dualismo della figura femminile che nello stesso
tempo e' forza creatrice e distruttrice, madre e matrigna, angelo del focolare
e diabolica seduttrice. La frammentazione culturale di una figura primitiva e
fantasmatica come Lilith l'ha resa archetipo. Il nostro lavoro in questa
antologia nasce dalle schegge di tutti gli aspetti di Lilith. Attraverso una
costante ricerca sulla parola e sulle tematiche abbiamo scritto fiabe postmoderne, a tratti surrealiste, a tratti horror,
che ben poco hanno a che fare con la visione della donna come creatura fragile
e passiva. Il mio racconto – magistralmente illustrato da Helbones – è quello
più horror e crudele, basato sul tradimento e sulla vendetta. Ogni scrittrice è
stata affiancata da un'artista: Natascia Raffio (per il racconto di Giorgia
Mastropasqua), Madame Decadent (per il racconto di Lié Larousse), Helbones (Per
il racconto di Olivia Balzar), Alix Rodriguez (per il racconto di Ilaria
Palomba), Tamara Cascioli (per il racconto di Flavia Ganzenua). Per ora il
libro è disponibile da ordinare sul sito della casa editrice
(alteregoedizioni.it) e, se siete a Roma, lo potete trovare presso gli studi di
Radio Kaos Italy (via Eugenio Torelli Viollier, 17) oppure alla Libreria Arion
di via Tiburtina, ma a breve sarà disponibile su tutte le librerie online e su
tanti altri altri scaffali. Tenete d'occhio la mia pagina facebook Olivia
Balzar, dove tengo sempre tutti aggiornati sulle mie novità. Inoltre abbiamo
realizzato un booktrailer di cui sono molto contenta, grazie alla complicità di
Jericho Bruckner che ha realizzato il montaggio e al bellissimo brano
"Malpertuis" che fa da sottofondo al video, un carillon infernale
composto da Umberto Sartini che non smetterò mai di ringraziare https://www.youtube.com/watch?v=8FeOKXVHyFA&feature=youtu.be
3-Qual è
il tuo personale processo creativo? Come dai corpo e materia alla parola?
Io vivo
di epifanie: un qualsiasi oggetto, persona, frase, libro, sensazione mi evoca
una storia. È la storia che mi chiama, io cerco di darle forma e parte un
rapporto di amore e odio nei confronti dei personaggi dai quali a tratti mi
sento guidata. All'inizio scrivevo per creare mondi alternativi nei quali
perdermi, ora invece – pur tenendomi il più possibile lontana da uno stile
autobiografico – amo che le mie storie partano da situazioni reali in contesti a me familiari per poi
allontanarsi dalla realtà scoprendo i lati macabri e folli del quotidano. Mi
piace raccontare di cose impossibili e crudeli, scavare nelle mie paure, giocare
con i miei demoni, scoperchiare il vaso di Pandora.
4-Hemingway
diceva che ogni storia è solo la punta di un iceberg; ogni scrittore deve
tenere sempre qualcosa per sé. Sei d’accordo?
Assolutamente sì. Soprattutto nel
mio caso, mi piace che al lettore resti qualche dubbio su quale sia la giusta
chiave di lettura. Ho pubblicato su Mag O – il magazine della Scuola di
Scrittura Omero (http://www.omero.it/il-magazine-di-omero/autori/balzar/)
i racconti "Il Serpente" e "La Zuppa" e chi li ha letti, ne
ha dato interpretazioni diverse a seconda del proprio sentire. E vi dirò di
più, a volte nemmeno io so qual è la verità, lo sanno i personaggi, ma
mantengono il segreto.
5-Hai un
libro del cuore,che hai riletto più e più volte?E uno(o più di
uno,naturalmente)che invece non sei proprio riuscita a terminare?
Ho tre
libri che stanno sempre vicino a me, nel cassetto del comodino e sono "I
fiori del male" di Baudelaire da rileggere sempre, "Alta
Fedeltà" di Nick Hornby per quando sono triste, e "La casa
dell'incesto" di Anais Nin, un libro ricco di spunti e di ispirazioni. A
questi tre libri si è aggiunto di recente, un romanzo che mi ha lasciata senza
parole, di cui ogni tanto rileggo delle parti, forse perché in fondo, avrei
voluto scriverlo io: "Malpertuis" di Jean Ray, semplicemente geniale.
Un libro
che ho lasciato a metà? Cerco di non farlo mai, ma ammetto di aver lasciato
"Il delta di Venere" di Anais Nin dopo il primo racconto perché mi
rendo conto che la letteratura erotica non è nelle mie corde e ho fatto lo
stesso (ahimè) con "Il Tropico del Cancro" di Henry Miller del quale
mi ha affascinato lo stile di scrittura al limite della perfezione, ma dal
quale non mi sono sentita mai coinvolta. Spero un giorno di riprenderlo in mano
e viverlo meglio, perchè ogni libro lasciato a metà per me è una sconfitta.
6-Leggere
è libertà,arricchimento per l’anima e ossigeno per la coscienza.Eppure nel nostro
paese si legge sempre meno.Come te lo spieghi?A tuo avviso come si potrebbero
incentivare le persone(soprattutto le nuove generazioni)ad immergersi nel
magico mondo dei libri?
Purtroppo
siamo bombardati da informazioni h24, tutto ci viene servito su un piatto
d'argento da google, le nozioni vere e false si accavallano l'un l'altra
creando un pericoloso ingorgo che azzera il senso critico, abbassa il livello
delle aspettative e soffoca la curiosità. Questo purtroppo accade in tutti i
campi, le cosidette opere dell'ingegno vengono trattate come un mero prodotto e
livellate al basso. Allo stesso modo in cui ci nutriamo delle verdure insipide
del supermercato senza dire una parola, fagocitiamo proposte editoriali
pilotate da un gusto comune stereotipato, senza chiederci cosa c'è oltre. Ci
sono mondi interi, autori bravissimi che meriterebbero più spazio e che spero
in futuro ne avranno. Bisogna riscoprire la bellezza, il desiderio di
approfondire, la curiosità della scoperta, senza aver paura di uscire dai
canoni. Bisogna essere coraggiosi, come nella vita così nella scrittura. Io ho
una rubrica settimanale su Notizia Oggi Vercelli in cui consiglio tre libri a
settimana, di generi diversi, di grandi case editrici e di piccole realtà,
opere prime di autori esordienti e bestseller internazionali. Voglio
soddisfare palati diversi, solleticare la curiosità di più persone possibili e
invitare alla lettura di libri che altrimenti magari i miei lettori non
conoscerebbero. Scrivere per un giornale generalista me ne dà la possibilità e
mi rende molto felice. A questo proposito la Scuola di Scrittura Omero di Roma
sta facendo partire dal 14 aprile un laboratorio dal titolo "Leggere i
classici per scrivere oggi", in cui propone la lettura di classici per approfondire
il proprio stile di scrittura. E' un taglio interessante. Penso che queste
iniziative siano ciò che serve per incuriosire e nutrire le menti. Il segreto è
non smettere mai di crederci. La bellezza è contagiosa.
7-L’altra tua grande passione è la musica. Conduci un
programma radiofonico di successo dedicato al rock, Bad Medicine. Come è nata
questa esperienza? In studio ospiti giovani gruppi di belle speranze: come
esperta di musica non posso non chiederti un commento sull’attuale panorama
musicale italiano.
Bad Medicine è nata in modo bizzarro, ovvero nel modo in
cui iniziano le cose migliori: sono passata negli studi di Radio Kaos Italy che
si trovano in zona Cave di Pietralata in una vetrina dall'attitudine molto
londinese, per chiedere un passaggio radio e un'intervista ai Superhorrorfuck,
band alla quale insieme a Kamelia Productions, avevo organizzato una data a
Roma nell'ambito di una serata, la Carnival of Sins, che avevo creato per
ripristinare l'atmosfera da party sul Sunset Boulevard che nella capitale
mancava da un po' di tempo. Non solo ho ottenuto l'intervista in radio, ma il
mitico Antonio Drastiko Ricci, direttore di Radio Kaos Italy, mi ha proposto
anche di condurre un programma radiofonico sul genere. E' nata così Bad
Medicine, la dose settimanale di rock'n'roll, inteso in senso molto ampio, con
una preferenza per l'hair metal di matrice ottantiana, allargandosi verso il
classic rock, l'AOR, fino al proto-punk newyorkese e anche a sonorità più
moderne contaminate da altri generi. Parola d'ordine: divertirsi e divertire e
dare spazio alle realtà emergenti. La questione della scena musicale italiana è
assai complessa. Trovo che il limite più grande sia la mancanza di autocritica
e la superficialità. Molte band ambiscono ad una carriera musicale internazionale,
ma non si impegnano abbastanza. I risultati migliori li vedo dalle band che
affrontano la musica come una professione, anche se magari nella vita hanno
anche un'altra occupazione. Inseguire il proprio sogno significa accettare la
gavetta, non sentirsi mai arrivati e non smettere di studiare e di cercare di
superare se stessi. So che molti mi daranno della poser dopo aver letto questo,
ma il sex, drugs e rock'n'roll al giorno d'oggi è un'utopia fuorviante.
Passione, dedizione e rock'n'roll: è questa la triade che porta davvero
lontani. Se fondate una band per rimorchiare ed ubriacarvi, non lamentatevi che
poi rimanete a suonare nel vostro garage. Ma conducendo Bad Medicine, sono
entrata in contatto con tantissime band degne di nota, che si impegnano e che
mi auguro andranno lontano. Il 2016 è iniziato da poco, ma in Italia sono già
usciti dei bei dischi e ne usciranno altrettanti, viste le anteprime che ho
avuto modo di ascoltare (WakeUpCall, Speed Stroke, Belladonna, Shiny Black
Anthem, Superhorrorfuck e LaceBlack giusto per nominarne qualcuno). Non abbiate
paura di sperimentare, non fossilizzatevi su un genere solo. Lasciatevi
contaminare da tante ispirazioni diverse, senza cercare di essere troppo indie
per essere veri: spesso l'idea più semplice è quella giusta.
8-Sei
una ragazza bella,determinata e artista.L'Italia,come si sa,non valorizza i
propri giovani,anzi tende ad abbatterli e demotivarli.Allora ti chiedo:ti è mai
venuta la tentazione di mollare il Belpaese e trasferirti all'estero?
E' da
quando sono nata che mi scontro con la mentalità di questo Paese che è molto
lontana dalla mia, ma sono comunque italiana, l'italiano è una bellissima
lingua, quella con cui scrivo, quella con cui recito, non potrei farlo in
un'altra lingua, sebbene padroneggi molto bene l'inglese. Da quando ho
vistitato Helsinki e me ne sono innamorata, sogno di trasferirmi al Nord Europa
perché amo la magia di quei luoghi e la magnifica gente, che non mi fa mai
sentire strana o fuori posto. Forse un giorno lo farò, in vecchiaia magari, ma
tenendo sempre un legame con le mie origini e la mia Terra. Da piccola, invece,
ho sempre immaginato che un giorno mi sarei ritirata in un cottage in
Inghilterra, in mezzo alle teiere in ceramica e ai roseti a scrivere romanzi.
Chissà...
9-Parlaci
dei tuoi progetti per il futuro e il sogno nel cassetto che vorresti realizzare
a breve.
Ah sì, in questo momento sono in un piccolo appartamento in un borgo medioevale in provincia di Viterbo e sto finendo l'editing del mio prossimo libro, una raccolta di racconti horror in cerca di editore.
Il mio sogno nel cassetto? Lo stesso che avevo a sette anni: diventare una grande scrittrice e solcare più palchi possibile perché è quando scrivo e quando recito che sono veramente felice.
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