Ci sono capi iconici nella moda, capi che superano le barriere del tempo, che non invecchiano mai, che riescono ancora a stupire e ad essere attuali dopo anni.In questo specifico caso sto parlando del cappotto, vessillo e simbolo del brand Max Mara, che lo celebra con una mostra glam a Mosca, dal titolo"Coats!Max Mara,60 anni di moda italiana" fino al 10 gennaio 2012 in esposizione nella capitale sovietica.
La rassegna si apre con un doveroso excursus storico,mostrando la nascita del cappotto nel 1500, e prosegue con 70 modelli Max Mara, partendo dal capostipite, realizzato nel lontano 1951, giungendo fino ai nuovi e moderni modelli.
Insomma, una vera e propria storia del costume, partendo dalle ispirazioni giunte dai couturier francesi negli anni 50, alla nascita del pret-à-porter francesce nei 60s, per arrivare all'anno chiave,il 1978, in cui il brand italiano anticipa forme e volumi dominanti negli anni 80.
L'esposizione contiene anche installazioni e immagini dei più famosi artisti e fotografi del mondo, come Steven Meisel, Richard Avedon e Sarah Moon.Magnetica e particolare è l'opera di un artista russo, Valery Katsuba, che ha messo in scena l'iconico cappotto contornato da ballerini del Bolshoi sullo sfondo bianco di una casa disabitata.L'immagine è poetica ed emozionante, il connubio tra arte e moda è sempre più stretto, non esistono più confini che separano queste due forme artistiche.
Il pezzo base del guardaroba femminile è diventato uno status symbol, un capo icona celebrato in tutto il mondo.Per noi donne indossare il cappotto è un gesto abitudinario e quotidiano, ma se ci pensate bene c'è una valenza più profonda in questo gesto-apparentemente-semplice:il suo compito è quello di proteggerci e di avvolgerci.E il gesto si fa intimo e personale.
Se poi il coat è un Max Mara..beh la faccenda si fa ancora più interessante.Lo stile, la morbidezza e il taglio easy ma chic sono simboli di lusso e di eleganza, non ostentata, ma discreta e forte nello stesso tempo.
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