venerdì 25 marzo 2022

A due passi dal mito nel cuore di Torino: reportage dal Museo del Cinema

 Torino è una città magica. E non mi riferisco alle tante leggende legate all'esoterismo che aleggiano attorno all'antica e maestosa "Augusta Taurinorum", fondata dall'imperatore Augusto nel 28 A.C. ( Per quelle ci vorrebbe un post dedicato ed accurato - e magari un giorno lo faremo, chissà...)

No, Torino ha una magia speciale, unica, très chic. Un fascino regale, lascito di Casa Savoia, una tra le più antiche dinastie d'Europa. L'atmosfera sabauda pervade infatti l'intera città, con le sue vie e piazze in stile barocco ( Via Po e Piazza San Carlo - solo per citarne un paio) che si fondono con architetture Art Nouveau, come Casa Fenoglio - La Fleur, dai meravigliosi balconi lavorati in ferro battuto e dai pregiati fregi floreali che rivestono la facciata.

Ma non spostiamo il focus di questo post, che non è quello di parlare di Arte&Architettura: sono in città per uno scopo ben preciso, ossia visitare il Museo Nazionale del Cinema. E già mi brillano gli occhi pensando alle meraviglie che avrò il piacere di vedere e interiorizzare.

Ed eccoci dunque sotto il simbolo di Torino: la solenne Mole Antonelliana, opera di Alessandro Antonelli, realizzata tra il 1863 e il 1889, sede appunto del Museo dedicato alla "Settima Arte". Appena la vedi ti scappa un "WOW" di stupore: si erge in tutta la sua imponenza ( 167 metri) e ti lascia senza fiato, atterrita davanti a tanta maestosità. All'interno, in una cornice scenografica spettacolare arricchita da suggestivi giochi di luce, inizia il percorso sviluppato su più livelli espositivi: se alziamo gli occhi, un mesmerico movimento a spirale ci colpisce e ci catapulta immediatamente in un'altra dimensione che racchiude l'intera storia del cinema. 

Vi stordisco subito con qualche cifra (da capogiro)

- 1.550.000 fotografie

- 7600 riviste

- 30000 film su pellicola

- 12000 oggetti d'arte, dispositivi e stampe

- 540000 manifesti pubblicitari

... e potrei andare avanti ancora, ma mi fermo qui. Volevo solo darvi un'idea del PATRIMONIO racchiuso tra queste quattro mura, dei gioielli dal valore inestimabile che fanno del nostro paese (ancora una volta) l'epicentro della Grande Bellezza

Per raccontare nei minimi dettagli il viaggio dentro "il tempio sacro della Settima Arte" ci vorrebbero infatti papiri lunghi chilometri; meglio quindi limitarsi agli HIGHLIGHTS del museo, e stimolarvi a prendere il treno (occhio ai parcheggi in città - introvabili) ed esplorarlo de visu. Meglio sempre toccare con mano, giusto?

I filoni tematici presenti sono 3:

- la fotografia

- la storia del cinema

- l'archeologia del cinema




PRIMA TAPPA: l'archeologia del cinema è decisamente affascinante: ombre cinesi, scatole ottiche, lanterne magiche e relativi dispositivi atti ad animare le immagini costituiscono tante storie che hanno dato il via a questo mondo prismatico e sfaccettato. La curiosità dell'oggetto in movimento; tema vecchio come il mondo, esplorato, studiato e ricercato da sempre. Questa è la parte preferita dai più piccoli, è la parte della scoperta, piena di colori, luci, illusioni ottiche...

 Ed è proprio l'atavica fascinazione nei confronti della terza dimensione che ha portato a sviluppare i primi accessori cinematografici: il rapporto tra fotografia e cinema è strettissimo - si sa - e proprio qui troviamo rudimentali macchine fotografiche, visori, cineprese e attrezzature varie che testimoniano la lunga ed appassionante "storia dell'immagine". 

Piccolo suggerimento: prendetevi tutto il tempo per godere appieno di questo "salto nel passato"; il futuro parte proprio da lì, da oggetti definiti "visionari" e magici...

E a proposito di oggetti "magici" e "colossali"...ad attendervi al piano terra, in tutta la sua maestosa imponenza è la statua del Dio Moloch utilizzata nel primo kolossal Made in Italy: Cabiria, girato nell'anno di grazia 1914. Molti di voi di sicuro non lo avranno visto, e mi sento di consigliarvelo; non fatevi spaventare dalla durata "monstre", questo capolavoro del cinema muto, diretto da Giovanni Pastrone e sceneggiato da Gabriele D'Annunzio - ma a riguardo ci sono diverse scuole di pensiero: secondo alcuni autorevoli esperti il Vate si è limitato solamente a comporre le didascalie e scegliere i nomi dei personaggi - va visto, senza se e senza ma. Cabiria è un lungometraggio ambizioso, che collega teatro, musica e letteratura; qui abbiamo il primo esempio di "montaggio", con il regista Pastrone che  frammenta le scene in più inquadrature da diversi punti di vista evitando così i campi lunghi e fissi. Per l'epoca fu una rivoluzione. E Cabiria è entrato di diritto nell'empireo del cinema.


 

Ma il clou del "viaggio per me deve ancora arrivare: ogni volta che torno a Torino e visito il Museo aspetto con ansia ed emozione di arrivare lì, proprio in quel punto. Dove? Be', nell'angolo dedicato a Marilyn Monroe, ovviamente. In esposizione troviamo oggetti appartenuti alla diva losangelina, come un paio di scarpe dal tacco alto, un bustier dalla coppa esagerata (viva le maggiorate!) e una parure di gioielli in argento composta da orecchini e bracciale intarsiato (con all'interno inciso "per Marilyn, love Frank"...sarà forse Frank Sinatra, grande amico intimo della diva? Ah, saperlo...)



Sono una fan dell'attrice fin da bambina, quindi il momento pivotale del percorso è questo; ma sotto la Mole ce ne sono di "memorabilia" interessanti e seducenti: costumi di scena, maschere e modellini, la bombetta di Chaplin, la sciarpa di Fellini, disegni e altri oggetti da collezione molto ricercati che un comune mortale difficilmente potrebbe permettersi di acquistare ad un'asta. Meglio allora godere di cotanta bellezza proprio qui, nel cuore pulsante della città sabauda, in cui si è veramente a due passi dal mito.

 E come si dice in gergo, it's a wrap. Siamo alla fine di questo piccolo reportage. La mia passione per la settima arte è innata, ma spero di avere trasmesso - almeno in parte - la magia che aleggia attorno a questo mondo, magari un po' matto, ma dispensatore illimitato di sogni.

" La fotografia è verità. E il cinema è verità ventiquattro volte al secondo"

(Jean-Luc Godard)


Ps. Ci vedremo ancora, caro Museo: il mio angolino privilegiato è sempre lì, vicino alla diva del glamour, Norma Jeane, alias Marilyn. See ya soon. Boop-boop-a-doop!




articolo di Veronica De Lorenzo

per MVMI e Associazione culturale Art-Waves


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