giovedì 2 maggio 2024

Kiara Laetitia: "IN THE END, una canzone che sento profondamente mia, tra rabbia e speranza"

 She's back. Kiara Laetitia è tornata. Precisiamo: in realtà non è mai andata via; in questi anni è stata molto attiva e presente nel mondo musicale come manager - ma ora è LA SUA VOCE a essere protagonista. Di nuovo e più intensa che mai.

E per un ritorno in grande stile non poteva scegliere pezzo migliore: IN THE END, un classico del rock degli anni 2000 dei Linkin Park, presentato pero' in versione intimista, voce e pianoforte.

E che voce, ragazzi! La cover è da brividi, se poi ci aggiungiamo un video altrettanto magnetico e suggestivo girato in quel di Lanzarote, beh, la miscela è esplosiva! 

SPOILER: conosco Kiara da parecchi anni ormai; era il 2013 e lei venne ospite nella trasmissione radiofonica che conducevo per una webradio: fu stima a prima vista per questa giovane donna che coniugava una bellezza eterea a una grinta fuori dal comune. Nel corso degli anni la mia stima è rimasta immutata, e l'ho sempre seguita, tra progetti artistici e la sua advocacy per la salute mentale. Gli artisti sono più sensibili rispetto ai "comuni mortali"? Non tutti, questa è la verità. Ma Kiara Laetitia sicuramente lo è, e si impegna in prima linea per difendere i diritti di tutti coloro che soffrono di disturbi mentali e ridurre la discriminazione nei loro confronti.

Di tutto questo - e molto altro - si parla in questa bella intervista.

Buona lettura!

 



 

 

Ciao Kiara, è un piacere risentirti! Prima di tuffarci nell'atmosfera intimista del nuovo singolo, ho una curiosità impellente da chiederti: ritorni a cantare dopo 6 anni di stop. Cosa hai fatto in questi anni e cosa ti ha spinto ad apparire di nuovo sotto i riflettori come protagonista?

Devo ricordarmi tutte le cose che ho fatto in questi ultimi anni (ride, N.d.R). Per quanto riguarda il canto, nel 2019 è uscita la cover THE POWER OF LOVE dei Frankie Goes to Hollywood in versione acustica, un duetto con Sonny Ensabella, leader della tribute band QueenMania. Ho inoltre portato avanti il lavoro di manager di artisti con la mia etichetta discografica integrandolo con l'attività di booking e social media manager; ho pubblicato NEVER GIVE UP, manuale per musicisti emergenti che svela i segreti del music biz e organizzato il primo Online Female Fest. Insomma, il tempo per pensare alla mia musica è stato veramente poco... però l'anno scorso mi sono detta: “ Wow, sono già passati dieci anni dall'ultimo singolo FIGHT NOW e mi sembra ieri!” Volevo quindi festeggiare il decennale di quel brano con qualcosa di nuovo...ed eccomi qui”

Ed eccoti qui appunto con questa canzone, IN THE END dei Linkin Park, ormai considerato un classico del rock: brano stupendo, potente, manifesto rabbioso degli anni 2000. Tu lo hai reso ancora più bello, lavorando per sottrazione, togliendo il superfluo e scarnificandolo all'essenziale. Complimenti, mi hai emozionata! E siccome niente accade per caso - e tutto ha un senso in questo universo - ti domando: perché hai scelto proprio IN THE END?

Mi fa piacere che tu dica questo perché l'idea era proprio di confezionare una cover raccolta, intimista, solo piano e voce. Nell'originale c'è tanto: la voce pulita, la parte rap, chitarre, tastiere, parte ritmica, insomma, l'effetto è poderoso ed energico, lo conosci. Ho voluto invece incidere una versione più raccolta di IN THE END come mio personale tributo a Chester Bennington, di cui sono una grande fan da sempre; la sua dipartita mi ha toccato molto perché nello stesso periodo in cui lui ci lasciava io attraversavo un momento di depressione. Soffrivo di ansia e attacchi di panico e IN THE END, con quel testo così intimista e triste mi ha toccato nel profondo dell'anima

Esattamente, il testo di IN THE END è potente, sofferto, profondo. Ma c'è una strofa in particolare del brano che ti emoziona mentre la canti? Quali sono le parole per te più significative, quelle che ti graffiano il cuore?

La parte che da sempre mi emoziona è quella del bridge, quando dice “I put my trust in you, pushed as far as i can go...”; in quel punto “esplode” tutta la rabbia, la tristezza, la delusione del testo: sarà il modo in cui lo interpreta Chester, saranno gli accordi di pianoforte in sottofondo, ma fin dall'inizio l'ho sentito subito mio, ho sentito una forte connessione con quelle parole. E nonostante tutto, in questo testo così profondamente melanconico, io ci trovo anche della SPERANZA, il voler tendere la mano a chi soffre di problemi mentali; il mio vuole essere un tributo non solo alla band, ma anche ai tantissimi che stanno combattendo una battaglia impegnativa contro il male di vivere

Kiara, sono letteralmente incantata dalla copertina del singolo: vedo questo mare in tempesta, impetuoso e rabbioso rappresentare la potenza della natura al suo apice; ma che successivamente trova la sua pace, il suo equilibrio. Mi viene in mente la frase di Jim Morrison “Be always like the sea, than breaking up against cliffs it always finds the FORCE to try again”. La forza e la purezza dell'unico elemento fisico che cambia lo stato di materia rimanendo se stesso. Come è nato l'artwork di IN THE END?

Esattamente, è proprio così! Sono molto felice di questo, perché quando passa il messaggio che vuoi trasmettere vuol dire che hai colpito nel segno; certo, è altrettanto affascinante sentire le diverse interpretazioni riguardo un brano, è il bello della musica e dell'arte in generale! Il mare mi ha sempre trasmesso un'idea di calma e nello stesso tempo di vitalità; durante le registrazioni di IN THE END ero in studio con il produttore e il mio compagno e mentre ascoltavamo la mia voce “cruda” - ossia non equalizzata e sistemata - ho visualizzato delle ONDE che accompagnavano il video della canzone. Avevamo già prenotato un viaggio a Lanzarote, e in quel momento ho deciso che il tema dominante sarebbe stato il mare – e quello di Lanzarote, selvaggio, violento, burrascoso era IL MARE adatto. Da lì è nato l'intero concept del progetto.




Ed è appunto Lanzarote, l'isola più selvaggia e affascinante delle Canarie, a fare da sfondo al videoclip del brano: spazi che sembrano infiniti, paesaggi straordinari e un esotico mix tra Europa e Africa. Perché hai scelto proprio questa location?

Questo videoclip doveva possedere due fattori imprescindibili: il mare e il paesaggio lunare. Lanzarote è un posto magico che racchiude in sé vento, fuoco, terra e acqua, i 4 elementi naturali; un luogo ipnotico, quasi metafisico. Devo però ammettere che sono stati quattro giorni intensi a causa delle numerose avversità atmosferiche: freddo e vento soprattutto, un vento pazzesco! Abbiamo girato nella splendida spiaggia di Famara e presso la Geria, paesaggio protetto dall' Unesco - famosa per i suoi vigneti piantati a diversi metri di profondità nella ghiaia vulcanica.

Raccontaci qualche retroscena e curiosità dal backstage: il freddo, ti assicuro, si percepisce, complimenti per la resistenza!

Il freddo era terribile, non puoi nemmeno immaginare! Vediamo... posso dirti che ho cercato come una disperata un truccatore su Lanzarote e non ho trovato nessuno disponibile in quei giorni, quindi mi sono truccata da sola – infatti si possono notare le occhiaie dovute alla levataccia all'alba -; è stata sicuramente una esperienza “sofferta”: alcune persone mi hanno detto che è stata la settimana peggiore dal punto di vista climatico! Si decideva giornalmente le location in cui girare, mentre il drone per le riprese dall'alto è stato utilizzato solo una giornata, il vento era fortissimo e di consequenza era molto difficile da governare, alcune folate improvvise potevano addirittura farlo precipitare in mare. Però, nonostante le evidenti difficolta' legate al meteo, sono molto soddisfatta: abbiamo confezionato un prodotto molto bello

It doesn't even matter”, recita il testo del brano. Per te Kiara, cosa invece conta veramente, cosa è importante ora nella tua vita?

L'amicizia, l'amore – inteso anche come sentimento universale. Ovviamente l'amore che provo per il mio compagno. Adesso ho accanto a me tutto cio' che conta: il supporto delle persone che amo e la condivisione di ogni cosa che faccio con loro. Anzi, colgo l'occasione per ringraziare il mio fidanzato: è lui il fautore di tutto ciò. Certo, l'idea di ritornare sulle scene era mia, ma tendevo a procrastinare; lui è il mio primo ammiratore e mi ha spinto, mi ha spronato a ributtarmi nell'arena immediatamente, senza tergiversare oltre. Penso sia importantissimo avere qualcuno accanto che ti dia il pieno appoggio, che supporti ogni tua scelta: è uno stimolo fondamentale, non solo per la carriera artistica, parlo in generale.

C'è un altro tema a te molto caro: quello che riguarda la salute mentale. Mai come in questo periodo si avverte un aumento esponenziale del disagio psicologico - soprattutto giovanile – anche nel mondo musicale; artisti famosi hanno espresso apertamente i loro turbamenti: come ti spieghi questo fenomeno?

Penso che questa problematica sia sempre esistita; la depressione non è di certo nata oggi. Prima però non se ne parlava, la persona veniva considerata malata e lasciata a se stessa. Al contrario, oggi si parla di salute mentale e depressione e ciò è decisamente positivo; gli artisti sono liberi di parlarne e mostrare le proprie fragilità, senza nascondersi o fingere che tutto vada bene. Lo show business è un ambiente competitivo, fagocitante; prima per emergere era necessario avere un contratto discografico, ora invece puoi essere indipendente, diventare conosciuto tramite la rete. Ma anche qui possono sorgere problematiche che minano la salute mentale: speranze disattese e forte competitività danno forti scossoni all'autostima dell'artista. La reazione a questi “colpi” è diversa da persona a persona e dipende da molti fattori; non esiste un modo giusto o sbagliato di reagire, dipende dalla sensibilità di ognuno.

Sempre parlando di salute mentale - ovviamente senza avere la presunzione di curare o sostituirci a professionisti competenti in materia - ti chiedo: quali sono i primi passi da fare quando ci si rende conto di provare un forte disagio psicologico?

Innanzitutto rendersi conto di avere un problema è il primo passo verso la guarigione; PARLARNE– come hanno fatto diversi artisti ultimamente – è importante perché aiuta a prendere coscienza del disagio che si prova: esternarlo, chiedere aiuto non deve essere piu' un tabù. Naturalmente consiglio di intraprendere un percorso con uno psicologo, ma mi rendo conto che puo' essere troppo oneroso e non tutti possono accedervi con continuità – anche se parecchi terapeuti vengono incontro alle persone in difficoltà riducendo i costi delle sedute. Parlando della mia esperienza, posso consigliare il PROGETTO ITACA: mi hanno aiutato molto quando soffrivo di attacchi di panico e ansia. La fondazione offre SUPPORTO e ASCOLTO a chi soffre di disturbi della salute mentale, gratuitamente e senza pregiudizi. Attenzione, NON puo' sostituirsi alla psicoterapia, però rappresenta un primo passo per uscire dal proprio guscio e scoprire che NON SI E' SOLI nel combattere questa battaglia!

Come è cambiato l'ambiente musicale rispetto ai tuoi esordi? Provo ad azzardare: era forse meno competitivo, meno concitato, meno improntato a produrre musica “mordi e fuggi”?

Quando ho cominciato a fare musica a livello professionale – circa venti anni fa – il mercato era già così; la differenza sostanziale sta nel fatto che nei primi anni 2000 la musica a livello digitale era completamente illegale; scaricavi le tue canzoni preferite in una qualità non ottimale e andava bene così: insomma, era letteralmente il far west! O vendevi copie fisiche dell'album, oppure era un'incognita sapere esattamente l'andamento della tua musica; oggi - per fortuna – è tutto regolamentato, certo, il mercato è saturo, ma almeno ci sono delle norme ad hoc che tutelano gli artisti. Il segreto, a mio avviso, è DIFFERENZIARSI, creare qualcosa di nuovo e unico; lo so che non è semplice, però un artista deve imparare a parlare alla propria nicchia di mercato per sperare di avere successo. Alcuni musicisti odiano essere incasellati in un genere e nessuno ama le etichette, ma per fortificare la propria presenza in un mercato vastissimo come quello attuale occorre trovare il proprio target di riferimento.

Kiara, secondo te i social media hanno aiutato o danneggiato il music business?

Direi che hanno sia aiutato che danneggiato il mondo dello spettacolo! Non mi piace questa idea di consumare la musica in modalità “mordi e fuggi”, però è anche vero che i social media hanno regalato tante opportunità interessanti a molti artisti – soprattutto durante il lockdown -; smuovere le acque e arrivare alle persone in maniera creativa è sempre positivo. Devo aggiungere che occorre imparare a utilizzare questi mezzi in maniera corretta e proficua; molti musicisti ignorano com mettersi in vetrina nel modo giusto: la strategia social va cucita addosso come un abito, non si puo' improvvisare

Sei anche una donna che supporta le donne. E' non è un fatto scontato, in questo mondo ipercompetitivo e pieno di gelosie. Quindi, chapeau Kiara!! Hai creato l'Online Female Fest nel 2020, vuoi raccontarci questa esperienza tutta al femminile?

L'idea di creare un festival tutto al femminile è nata mentre leggevo un articolo che parlava della percentuale di artiste donne attive nel music biz. Vuoi sapere a quanto ammonta questa percentuale? Te lo dico subito: 18%. Questa cifra comprende anche le big, Lopez, Carey etc. Assurdo vero? Vorrei anche sfatare un mito ricorrente in questo mondo; la donna non vende più dischi perché è bella, sexy, affascinante: al contrario, la carriera di una artista è più corta e sottopagata. C'è molto maschilismo, l'uomo over 70 sul palco è cool, mentre la donna, beh, viene apostrofata con epiteti poco carini.

Analizzando tutti questi fatti, ho pensato di dare una mano a tutte quelle artiste donne - provate anche dalla difficoltà della pandemia - creando il PRIMO festival virtuale nella storia della musica. Le adesioni sono state tantissime: Lacey Sturm, Linda Varg, Share Ross e l'italiana Chiara Manese – oltre a numerose altre artiste provenienti da tre continenti – hanno dato vita a ben 5 ore di musica e intrattenimento; ho ripetuto l'evento anche nel 2021, sempre con l'intento di portare un po' di evasione dalla solitudine del lockdown e far conoscere il potere creativo delle donne. Con la fine delle restrizioni la“formula” online ha perso di significato, ma mi piacerebbe trasformare il format e riproporlo in futuro in una nuova veste...chissà

Ultima domanda: progetti per il futuro?

Ho in mente di fare un album di sole cover in acustico; questo mese intanto registrerò le voci per il prossimo singolo, in uscita in autunno. NON voglio rivelare troppo, ma posso dirti che sarà un brano molto più “incazzoso” e intimista...

Beh, allora vorrà dire che ci risentiremo quando avrai novità! Grazie ancora Kiara, alla prossima!

 


IN THE END è disponibile su tutte le piattaforme musicali

Ecco il link al video

https://www.youtube.com/watch?v=FsNvw-XkUkY

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