A Roma, nelle sale silenziose di Palazzo Valentini, la mostra di Felice Pedretti "In interiore homine" accoglie il visitatore come un portale esoterico, aperto fino al 6 dicembre.
E' una occasione preziosa - e rara - per sottrarsi qualche ora alla frenesia luminosa del clima natalizio e rirovare un ritmo più umano e profondo.
In una società in cui le parole chiave sono:
OUTPERFORM
OUTPACE
OUTSHINE
Vi invito a fare un lungo respiro, prendere consapevolezza e ascoltare la vostra voce interiore. L'arte diventa il tramite per accedere a quella regione interiore che spesso dimentichiamo di avere. Una parentesi necessaria, ineludibile, connaturata al nostro processo ontologico.
E vorrei partire proprio dal titolo, dalla frase latina di Sant'Agostino che, completa, suona così: "Noli foras ire, in te ipsum redi; in interiore homine habitas veritas".
Non andare fuori di te, rientra in te stesso: nell'interiorità dell'uomo abita la verità. Ebbene sì, la Verità - e qui mi riallaccio al concetto di Via, Verità, Vita - sta nelle profondità della propria interiorità, non nel mondo esterno; l'analogia con il titolo della mostra del Pedretti è perfettamente coerente con il suo linguaggio artistico simbolico, silenzioso, introverso ma altresì pieno di Vita.
Le 36 opere in mostra conducono l'osservatore verso una soglia interna, dove l'essoterico smette di essere superficie e diventa spazio intimo, di risonanza. Silenzio. Quanto silenzio occorrerebbe nelle nostre vite fenetiche e stanche; ma, attenzione, il Silenzio non è il vuoto: al contrario, è uno spazio pieno e gremito di presenze lievi e intuizioni quasi mistiche, che affiorano quando lo sguardo smette di cercare e si placa, mettendosi in ascolto.
Questi lavori non parlano, suggeriscono. Sono frammenti di un linguaggio primordiale, segni di un tempo interiore che non segue le leggi fisiche. Orbene, ecco allora risuonare l'inconscio, una massa che non sappiamo come definire ma che sentiamo pulsare sotto la pelle.
L'aspetto quasi metafisico nel modo in cui Pedretti compone la sua visione è fatto di forme sospese e raccolte; l'artista non vuole mostrarci qualcosa, ma permetterci di RICORDARE qualcosa: un gesto, un'emozione perduta, un'intuizione smarrita che torna improvvisamente a farsi viva.
E ritorno al SILENZIO. Le sue opere non hanno bisogno di urlare perché la loro forza appartiene al mondo ctonio, sotterraneo, nascosto. Non si offrono allo sguardo. Al contrario, è lo sguardo che deve imparare a tacere e a lasciarsi condurre. E' difficile, lo so. Ma se impariamo ad abbandonarci al processo, una speciale alchimia si compie: la materia diventa simbolo e l'interiorità un luogo sacro.
Ogn composizione assume in sé le vesti di un sigillo, si fa icona di quella interiorità che il buon Agostino d'Ippona indicava come luogo della verità.
In interiore homine non è solo un titolo: è un invito a entrare in quel nucleo nascosto dove tutto prende forma e in cui tutto ritorna. Felice Pedretti, con la sua pittura maestosa e silenziosa, ci accompagna fin lì, dove l'ascolto diventa rivelazione.
FELICE PEDRETTI - IN INTERIORE HOMINE
25 novembre - 6 dicembre 2025
Palazzo Valentini - Sala della Pace, Roma
A cura di Claudio Strinati, con la collaborazione di Federico Strinati
Ingresso libero: lun-ven 10.00 -18.00
Nessun commento:
Posta un commento