Brianza, terra laboriosa ma anche fucina di grandi talenti artistici. Ed è proprio del Rinascimento brianzolo di cui vi voglio parlare oggi, soffermandomi in maniera particolare sulla figura di Marco d'Oggiono.
L'occasione è l'esposizione del mirabile dipinto LA MADONNA DEL LATTE presso il municipio della città di origine del pittore, Oggiono, ridente località del territorio lecchese.
Proprio ieri mi sono trovata a tu per tu con questa piccola tavola devozionale e ne sono rimasta folgorata. No, non si tratta solo di mirabile tecnica ed esecuzione sopraffina; qui entriamo nel campo del trascendente, di una serenità dello spirito al cospetto di qualcosa di Grande.
Puo' un quadro provocare tutte queste emozioni? Ovviamente dipende dal modo in cui si guarda l'opera e dal modo in cui ci si accosta ad essa con verità e apertura dei sensi.
Marco d'Oggiono - allievo preferito di Leonardo da Vinci - ha appreso dal Maestro non solo l'abilità tecnica ma anche la capacità di portare su tela un mondo intero di sensazioni e suggestioni.
Marco, dal talento multitasking, era orafo, miniatore e uno dei piu' apprezzati pittori della sua epoca; quindi, più che apprendista alla bottega di Leonardo, frequentò il cenacolo del Genio vinciano per perfezionarsi. Un Master di primo livello alla corte dell'insuperabile. Il non plus ultra della formazione, perdonatemi la boutade.
Richiesto da personalità illustri e ricchi collezionisti, possiamo trovare le sue opere (affreschi, pale d'altare, tempere su tavola) nei più importanti musei del mondo: la creatività e la bellezza non erano appannaggio solo delle prestigiose corti fiorentine, anche piccoli e modesti paesi rurali nascondevano gemme e artisti di raro ingegno.
Perché dipingere una Madonna lactans? In realtà la Virgo lactans è una iconografia ricorrente nella storia dell'arte, soprattutto nel Trecento; il culto della Mamma di Gesù che allatta si diffuse soprattutto nelle campagne, diventando oggetto di venerazione da parte della contadine che attribuivano proprietà taumaturgiche e miracolose a questa immagine. Il latte era fonte di vita. Senza latte il neonato sarebbe morto di stenti, da qui l'importanza di pregare la Vergine per ottenere grazie e miracoli.
Con il Concilio di Trento (1543-1563) cambia tutto: le Madonne dal seno scoperto sono giudicate sconvenienti e altresì licenziose. Occorre coprire, camuffare, ritoccare, anche a costo di deturpare l'opera (come poi puntualmente avvenne in numerosi casi)
Ma la storia di questa Madonna del latte è piuttosto peculiare: oggetto devozionale del cardinale Federico Borromeo (sì, proprio quello di manzoniana memoria), nel 1618 venne donata alla Pinacoteca Ambrosiana e lì rimase esposta fino al momento in cui venne rubata, negli anni 60. Solo nel 2021, grazie al lavoro del Nucleo dei Carabinieri di Monza per la Tutela Patrimonio Culturale, la tavola venne trovata e recuperata. Le sue condizioni non erano buone: il tempo - ma soprattutto gli insetti xilofagi - avevano lasciato danni pesanti, prontamente risanati dal restauro del laboratorio Luigi Parma (promosso da ARTE generali).
Eccola, di nuovo fulgidamente splendida, con la cromia originale e la palpabile suggestione di derivazione leonardesca che spicca con grazia e bellezza
Serenità e dolcezza, queste le sensazioni a pelle. La scena rappresenta il gesto più naturale del mondo, una mamma che allatta il proprio figlio. Un momento di profonda intimità che noi spettatori guardiamo con pudore e discrezione.
Ricordate, un quadro è fatto di dettagli, quindi quando siete al cospetto di un'opera d'arte prendetevi del tempo per assaporare ogni singolo gesto, colore, espressione...
Le mani. Osservate ora le mani della Vergine che sollevano il pargolo con sicurezza ma senza stringere, come se volesse mostrare il figlio di Dio agli uomini, un esserino ben pasciuto che salverà l'umanità dai peccati. Lo sguardo. Il bambino ha già nello sguardo la consapevolezza del proprio destino, accettato serenamente. Di nuovo le mani, che - ancora una volta - "parlano". Guardate la mano destra, attaccata al seno della Madonna, una mano che rappresenta la carnalità di Gesù; ora prestate attenzione alla sinistra, con il ditino puntato verso l'alto. Il bambino vuole ricordarci che Lui appartiene al Cielo, che è figlio del Padre e che al Padre ritornerà
Lo Spirito del Luogo ha ispirato questa tavola; di conseguenza il Genius Loci non poteva non accoglierla con le braccia aperte, anche se in maniera temporanea. Per un mese (fino al 6 novembre) rimarrà in esposizione a Oggiono, nella Brianza di Marco, un artista che merita un posto tra i grandi della pittura. Poi tornerà alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, esposta insieme ad altri capolavori del Rinascimento lombardo.
LA MADONNA DEL LATTE
Municipio - Sala Consiliare
Piazza Giuseppe Garibaldi, 14
Oggiono (Lecco)
7 ottobre > 6 novembre 2023
Mostra promossa dalla Fondazione Costruiamo il Futuro con Intesa Sanpaolo e Gallerie d'Italia, in collaborazione con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana e il Comune di Oggiono
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