Una vita completamente dedicata alla Musica. Il soverchio potere del Suono che esercita una fascinazione fortissima, tanto da permeare l'intero mondo di Attilio Berni. Attilio è un concentrato di passione mentre parla di sassofoni, di viaggi in giro per i quattro angoli del globo alla ricerca degli strumenti più rari e particolari, di un mondo ricco di immaginazione e creatività. Quel gioco della fantasia che sta proprio alla base di ogni emozione artistica. Perché - citando Platone - la musica fa bene al cuore e all'anima. E continuando a filosofeggiare, mi viene in mente il concetto platonico di daimon, la predisposizione animica che alberga in noi da sempre, anzi, da prima di sempre: allora eccola qui la voce interiore di Attilio, compagna di viaggio della sua straordinaria vocazione di musicista, artista, docente, collezionista e direttore del Museo del Saxofono di Fiumicino.
Berni è la dimostrazione che si può essere - e amare - tante cose; parlare con lui significa apprendere il vero significato di devozione allo studio e alla conoscenza: è una miniera di storie e aneddoti, tutti incredibili, oserei dire quasi "magici".
Aneddoti che sicuramente sarà lieto di raccontare qundo visiterete il Museo del Saxofono di Fiumicino, luogo che raccoglie la più grande collezione al mondo di questo raffinato strumento, simbolo del jazz e dell'evoluzione musicale del ventesimo secolo. Un museo vivo, che crea, agisce e interagisce, liberando energie vivificanti e stimolanti.
Buona lettura!
Artista, musicista, docente, direttore di museo: mille sfaccettature di un'unica persona. Le chiedo quindi: chi è Attilio Berni?
Appartengo al segno dei gemelli, dunque mi piace affrontare le cose che mi appassionano da diverse angolazioni; in primis, le dico che la passione per la musica nasce parecchi anni fa, supportata dalla mia famiglia. Sì, la musica ha sempre avuto un ruolo di primo piano nella mia vita: ho studiato al Conservatorio e mi sono diplomato in clarinetto. La fascinazione per il sassofono è arrivata dopo, durante il mio viaggio di nozze. Ed è proprio questo l'incipit di una storia d'amore che dura da parecchi decenni, che mi ha portato a essere musicista, docente, ma anche collezionista. Tutto è nato una sera in un locale di New York: avevo notato questo stranissimo strumento e mi colpì così tanto che continuai a parlarne con mia moglie anche durante il viaggio in taxi verso l'albergo. Ad un certo punto il tassista dice di averne uno molto particolare nel bagagliaio e ce lo mostra una volta arrivati a destinazione; si trattava di un esemplare costruito in Francia nel 1941. Subito una domanda mi sorse spontanea: come era arrivato negli States un manufatto francese nel bel mezzo di un conflitto mondiale? Insomma, per farla breve, io e mia moglie cambiammo tutti i nostri programmi e iniziammo la ricerca di altri strumenti: tornai dall'America con il mio primo container contenente oltre 250 sassofoni. Ecco l'inizio della mia collezione personale! Quella che era partita come una mera attività commerciale di compravendita strumenti si è trasformata in una passione viscerale, che trascende il business e mi ha portato a possedere pezzi unici e prestigiosi.
Per quale motivo ha scelto proprio il sassofono?
E' una storia molto personale, ma la racconto volentieri: è stata mia mamma la fautrice di questa passione per il sassofono. Ho studiato e mi sono laureato in clarinetto, ma mia mamma - di nascosto - mi acquistò un sassofono, pagandolo a rate. A mio avviso, il sassofono non ha eguali: "il tubo misterioso" ha subito - più di ogni altro strumento - trasformazioni e mutazioni che lo hanno portato, a cavallo degli anni 20, in America, a essere un'icona di quella mentalità estremamente votata all'individualismo. Vede, il sassofono si connatura completamente con chi lo suona; ogni musicista infatti, pur utilizzando il medesimo strumento, emette una sonorità diversa. Ecco perché le aziende hanno cominciato a creare sassofoni dalle forme diverse e inusitate, proprio per permettere una maggiore personalizzazione. Per me rappresenta un amplificatore delle voci, delle sensazioni e delle emozioni che ci portiamo dentro.
In un'intervista lei ha detto:"Il sassofono non si imbraccia, si abbraccia". E' un'affermazione che mi ha molto colpita...
E' esattamente così, il sassofono si ABBRACCIA, come si abbraccia la propria donna, il proprio figlio... Si può assolutamente parlare di rapporto empatico tra musicista e strumento, rapporto che non sempre si verifica con altri strumenti. Inoltre, mi piace definirlo "strumento endoscopico": entra direttamente nel nostro corpo, creando così una relazione simbiotica.
Le faccio una domanda puramente "tecnica": come si diventa collezionista? Io non sono collezionista, diciamo che tendo maggiormente ad accumulare, ma credo che dietro una collezione ci sia un lavoro di ricerca più rigoroso e strutturato, sbaglio?
Innanzitutto mi preme dire che ho cominciato a collezionare quando ancora non esisteva internet: la ricerca era veramente faticosa ma, al contempo, regalava parecchie soddisfazioni. Collezionare è diverso dall'atto di accumulare. Accumulare rappresenta quasi l'ostentazione; al contrario, collezionare è qualcosa di più profondo, ossia ricercare nel tempo, capire qual era il pensiero del costruttore nel forgiare lo strumento con le sue peculiarità. Possiedo un clarinetto di Benny Goodman, un sassofono di Tex Beneke - primo sax tenore nell'orchestra di Glenn Miller - di cui si ricordano i mitici assoli in brani come In the Mood e mi sono altresì imbattuto in esemplari eccezionali e rarissimi fabbricati in Italia. Ecco, direi che nel museo che dirigo c'è una dimensione di approccio "maniacale", non si trovano solo centinaia e centinaia di strumenti, ma anche tutto cio' che ne è collaterale, insomma, tutto lo scibile sassofonistico.
C'è un pezzo della sua collezione al quale si sente particolarmente legato?
Voglio fare una premessa: in principio i miei contatti provenivano in larga misura dalle scuole americane, e grazie ai presidi di questi college sono venuto in possesso di molti sassofoni. Altra fonte rigogliosa sono stati i divorzi. Si, ha capito bene: negli States, grazie agli accordi prenuptial, tutto viene già diviso in caso di separazione dei coniugi; in questo modo si evitano parecchie controversie tra le parti e l'iter procede speditamente. Oggetti e altre merci vengono quindi stipati dentro dei magazzini, all'interno dei quali si possono comprare molti strumenti a poco prezzo. Per quanto riguarda i pezzi più rari, quelli arrivano attraverso scambi con altri collezionisti e aste; insomma, ci sono parecchi modi per ampliare le collezioni. Per rispondere alla sua domanda, il mio sassofono personale, al quale sono legatissimo, l'ho acquistato per 115 sterline a Portobello, Londra. Dietro però c'è una storia piuttosto singolare: mentre lo riparavo, notai dei segni all'interno. In sostanza sotto il tampone che chiudeva il foro c'era una iscrizione che diceva: "Mary, only for you i play this sax everyday, only for you". Perché inserirla all'interno? Di solito le incisioni si mettono sul frontespizio della campana... Come puo' ben immaginare, c'era qualcosa di misterioso e intrigante che dovevo assolutamente scoprire! Dopo varie ricerche inviai le foto al museo di Elkhart, che mi rispose con una proposta di acquisto - ovviamente rimandata al mittente. Volevo conoscere la vera storia dietro quel sassofono, in questo caso simbolo di Amore. Sì, perché lo strumento apparteneva al loro capo incisore, perdutamente innamorato della sua segretaria - al tempo già coniugata. Ma si sa, a volte il destino fa dei twist assurdi: la ragazza rimase vedova e i due innamorati riuscirono così a coronare il loro sogno romantico. Il museo possiede un altro esemplare con inciso il viso della donna sul frontespizio, così, in occasione di una mostra, mandai il mio sax in America, per una sorta di "ricongiungimento" musical-amoroso. Probabilmente, in questo 2025 - anno del suo centenario - organizzeremo noi a Maccarese una esposizione di entrambi gli strumenti, intitolando la mostra "Amore e Sassofono".
La Musica unisce e fa innamorare, che storia meravigliosa. Però ora devo chiederle: c'è invece uno strumento che non è ancora riuscito a ottenere?
Pensi che al Museo c'era un supporto per sassofono rimasto vuoto, con la scritta "In attesa, aspettando il prossimo". Alla fine il pezzo è arrivato, occupando fieramente quel supporto. Anche qui però devo raccontare la singolarissima storia dietro "l'acquisizione" di questo strumento. Ero alla ricerca di un Rothfono risalente ai primi anni del '900, fabbricato dalla ditta Bottali, la cui particolarità era quella di avere una imboccatura a doppia ancia; ne avevo già quattro, ma da ben 10 anni ero alla disperata ricerca del Rothfono basso. L'estate scorsa una mia vicina di casa mi contatto' per riparare un suo vecchio sax; io, tra una cosa e l'altra, non ci pensai e mi dimenticai di questa "richiesta". Bene, un giorno mia figlia torno' a casa con lo strumento della vicina: era esattamente quello che cercavo! E si trovava a 300 metri da casa! Molto gentilmente la signora decise di donarlo al MUSEO, permettendomi così di completare la collezione
Arriviamo finalmente al "Museo del Saxofono di Fiumicino, il primo e unico al mondo dedicato a questo strumento: vuole parlarci un po' di questa straordinaria offerta culturale che non ha eguali al mondo?
Siamo un museo riconosciuto dalla Regione Lazio; il museo custodisce oltre 600 strumenti musicali - la collezione più grande al mondo; 800 fotografie d'epoca e migliaia di accessori e documenti: insomma, un posto pregno di storia
Mi ha molto colpita una particolarità di questo museo, che lo rende diverso dagli altri; non è un luogo statico, bensì accoglie e promuove la condivisione. Che parola soave è"condivisione"... rappresenta esattamente cio' che la Musica incarna: la voglia di stare insieme, l'ecumenismo dei suoni...
Esattamente, il museo è un luogo VIVO: non è nato solo per soddisfare le richieste di esperti e appassionati ma si apre completamente al territorio organizzando molti concerti. Vede, ho proprio il desiderio di CONDIVIDERE questo PATRIMONIO con la comunità; in questo modo il pubblico non solo apprezza le storie e il background di ogni sassofono, puo' persino ascoltare gli strumenti mentre sono "in azione".
Pensi che lo scorso novembre diverse delegazioni provenienti dall'Australia, Taiwan, Canada, Cina e Thailandia hanno visitato il museo perché volevano capirne l'organizzazione...Posso già darle una news interessante: si sta discutendo di aprire una seconda sede a Bangkok!
Quindi il target di visitatori del Museo del Saxophono è decisamente eterogeneo...
Proprio così!Abbiamo implementato il nostro museo con degli schermi multimediali che consentono ai ragazzi di ascoltare storie, colorare gli strumenti e imparare a distinguere i vari timbri del sax; inoltre, qualche mese fa, abbiamo ideato uno spettacolo dal titolo "Pierino e il Sax": la trasposizione della famosa fiaba "Pierino e il lupo" suonata con un ensemble di sassofoni.
Lei è anche docente, insegna ai ragazzi ed è a contatto con loro quotidianamente. Le chiedo: come vede la nuova generazione di musicisti?
Guardi, i giovani ti sorprendono sempre; non esiste una disciplina bella o brutta: esiste solo un docente che riesce a fartela amare! Il nostro compito consiste nel saper guidare lo studente e indicargli la strada, ben consapevole che non tutti però riusciranno a diventare artisti. Per quanto riguarda il campo musicale, l'Italia sta vivendo un momento d'oro dal punto di vista della produzione e ricerca; pensi che fino a 30 anni fa non esistevano percorsi di studio di sassofono al Conservatorio: ora ci sono tante classi e molta competenza. Quello che manca - purtroppo - è il lavoro per i giovani: nel nostro paese si ha la convinzione che la musica sia solo intrattenimento.Si studia musica solo alle scuole medie, mentre negli Stati Uniti esistono orchestre, cori, bande che vanno dalle elementari all'università.
Ultima domanda: quali novità e progetti per questo 2025?
In primo luogo vorremmo organizzare un numero maggiore di concerti, pubblicare il lavoro dedicato ai sassofoni di fabbricazione italiana e la seconda edizione del nostro catalogo - utilizzato come libro di testo in tutti i Conservatori francesi. Inoltre ci aspetta un viaggio in Cina: siamo stati invitati al Congresso Mondiale del Sassofono, in programma a fine luglio a Harbin. Concludo con un auspicio: ci piacerebbe essere in qualche modo "istituzionalizzati" dall'amministrazione della nostra città, in modo da ottenere fondi per sopperire alle ingenti spese che sosteniamo annualmente come associazione privata.
La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato, a presto e in bocca al lupo per i vostri progetti!
MUSEO DEL SAXOFONO
Via dei Molini, snc (angolo via Reggiani)
Maccarese - Fiumicino (RM)